venerdì 25 maggio 2012

Pollo "birra & fagioli"

La mia ricetta per salvare le apparenze.
Un secondo piatto più leggero di quello che vorrebbe farci credere.


COSA SERVE

-Petto di pollo
-Birra
-Fagioli
-Cipolla
-Polvere di curry
-Concentrato di pomodoro
-Sale
-Olio extravergine di oliva (non necessariamente)
-Piatto  con l'effigie di Hello Kitty (non necessariamente)


PREPARIAMOLO

Nessuna padella oggi: questa pietanza si cuoce in forno.

Ed ecco che codesto forno, ventilato, si abbia a riscaldare per cinque minuti alla massima potenza e temperatura. Se resiste a tutto questo, complimenti: avete un forno degno di tal nome.

Nel frattempo, tritate finemente la cipolla, oppure usate quella già pronta surgelata, prendete una scatola di fagioli precotti già sgocciolati - io uso un barattolo di borlotti "Valfrutta" - e calateli in una terrina dove li unirete ad una buona dose di concentrato di pomodoro ed uno spruzzo di birra. I fagioli sono già salati, quindi aggiungete solo 3 o 4 scosse della confezione di curry con i forellini da saliera. Mescolate bene, amalgamando tutto. Mettete da parte.

In una teglia di alluminio "usa e getta", adagiamo i petti di pollo, li saliamo, e li mettiamo in forno per cinque minuti abbondanti. Indi, capovolgiamo il pollo, lo cospargiamo di birra, ed ancora 5 minuti abbondanti di forno: il pollo deve incroccantirsi, quasi come il pollo fritto. Se così non fosse, cuocete ancora finchè questo non accade.

Ultimata la cottura, copriamo il pollo con il condimento a base di fagioli che avevamo messo da parte, e lasciamo cuocere ancora per circa 2 minuti.

Togliamo dal forno e prepariamo le porzioni come mostra la fotografia che vedete in alto, guarnendo con del prezzemolo tritato.

Il piatto è molto leggero, ma se lo vogliamo inorgoglire un po', versiamo, sulla porzione già servita, un paio di fili d'olio.

Il piatto è pronto.

Lo so, lo so, sembra un piatto per educande. E va bene! Invece del forno usate una bella padellona unta d'olio e dateci dentro con la birra (attenzione alle fiammate). Resusciterete i morti.

Buon appetito!

domenica 20 maggio 2012

La mia famosa pasta con le zucchine

Questo piatto mi ha reso celebre.

COSA SERVE

- Rigatoni
- Zucchine
- Misto per soffritto
- Olio extravergine di oliva
- Latte
- Tequila bianco
- Formaggio emmental
- Polvere di curry
- Concentrato di pomodoro
- Sale

PREPARIAMOLA

Mettiamo l'acqua della pasta e, una volta che bolle, la saliamo e vi caliamo i rigatoni.

Mentre aneliamo l'ebollizione, tagliamo il formaggio a cubetti delle dimensioni di una falange di mignolo e le zucchine a dischi piuttosto sottili, ma non meno di una fiche da casinò. Le compero - le zucchine, non le fiches - al supermercato, già tagliate e surgelate, e le scongelo nel forno a microonde. Se voi le avete fresche, ebbene, dopo averle tagliate, mettetele nel microonde lo stesso con un po' d'acqua per farle ammorbidire.  Avendo imparato la velocissima e nobilissima arte del taglio dell'emmental da antichi maestri giapponesi, mentre aspetto che l'acqua bolla, io cerco di definire l'autentico rapporto tra lo stile liberty e la musica di Puccini. Tralascio di dire che l'acqua bolle sempre prima che io ne venga a capo.

Durante la cottura della pasta, prepariamo il resto, ma possiamo anche cominciare prima, se non siamo degli intellettuali.

Quanto formaggio? Quante zucchine? Quante verdure per il soffritto? E, perchè no, quanta pasta? Immaginatevi un bel piatto gonfio di pasta traboccante di condimento a base di zucchine, filante per il formaggio che si insinua tra le pieghe dei rigatoni. Poi moltiplicate per i commensali. I grammi li lasciamo agli speziali.

In una ampia padella capace di contenere tutto il condimento e che permetta di mescolarlo spesso e agevolmente con una spatola di legno, mettiamo a soffriggere il misto di verdure che, repetita iuvant, io prendo, già miscelato e tagliato, dal banco surgelatore del supermercato. A questo scopo versiamo nella padella una bella macchia d'olio delle dimensioni di un vinile a 45 giri, ma, se le zucchine sono abbondanti, meglio un 33. Ovviamente chi è nato sotto il segno dell'ipod non potrà comprendere queste unità di misura e giammai realizzare questo piatto. Vantaggi della vecchiaia.

Rosolate che siano le verdure, aggiungiamo le zucchine ed amalgamiamo con la spatola, e non sia mai che si attacchino al fondo. dopo una bella scottata aggiungiamo un po' di tequila, ma: attenzione! Poco per volta o rischiate una fiammata solenne. Mettiamo una buona presa di sale.

Continuiamo a girare e soffriggere, e, man mano che le zucchine appassiscono, si sfaldano, aggiungiamo il curry, due o tre scosse della confezione con i forellini da saliera.

Mescoliamo ancora, soffriggiamo, ed aggiungiamo il latte, direttamente dal suo contenitore, giusto il tempo di realizzare col pensiero: «Che sbadato, ho versato un po' di latte».

Se ci accorgiamo che l'olio è poco, perchè le zucchine se lo bevono tutto, ne aggiungiamo un altro pochino. Tanto non ci vede nessuno. Se invece è molto, allora sicuramente non avevate con voi i vinili e avete misurato "a occhio". La prossima volta non sbaglierete.

A questo punto, un poco, ma poco davvero, di concentrato di pomodoro darebbe quella rotondità all'intero piatto, come nemmeno il pedale destro del pianoforte. Ma se volete una pasta bianca, allora, magari, se vi piace, aggiungete un po' d'aglio in polvere. Altrimenti è già tutto buono così.

Ancora un po' di tequila.

Volendo, ancora un po' di latte.

Assaggiamo e, se occorre, aggiustiamo ancora un po' di sale.

Se, durante la cottura del condimento, la pasta avesse raggiunto una cottura piuttosto "al dente", ebbene, togliete il condimento dal fuoco per il tempo che vi serve a scolare la pasta e rimetterla, ben asciutta, dentro la sua stessa pentola, coperta. Riprendete la cottura del condimento. Mi raccomando, non tramortite la pasta aggiungendo dell'acqua fredda prima della scolatura. Ci serve calda, sudata, come una amante verace.

Ed ecco, vi sarà un attimo in cui nella padella avverrà l'epifania della perfezione. Coglietelo. Forzatevi di non rimanere in contemplazione e togliete il condimento ancora caldo e versatelo nella pentola con la pasta ad attenderlo. Unite subito anche il formaggio e uno spruzzo di tequila. Tenete saldamente un manico della pentola con una mano, usando una presina qualora fosse caldo, e con l'altra armatevi di spatola robusta, se non lo fosse quella già usata, per mescolare vigorosamente, rapidamente, la pasta, il condimento, il formaggio, in un turbine che si esaurirà soltanto allorquando vedrete l'emmental divenire una trama di fili di seta intrecciati alla vostra creazione. Ci vuole molta forza, il braccio stanca e la mente manca. Solo allora versate tutto in un bel piatto da portata dal quale trarrete le porzioni da elargire ai vostri ospiti.

Il piatto è pronto.

Benvenuta anche una nevicata di parmigiano.

Il mio consiglio è che cerchiate di riuscire ad avere sia il condimento, sia la pasta, ben caldi al momento dell'unione finale. Ci si arriva, come per tutti gli amplessi, con la pratica, nella continenza dei rispettivi tempi.

Buon appetito!

sabato 19 maggio 2012

Würstel soffritti al vino bianco

 Desiderate un contorno succulento?
Un contorno per palati forti?
Se amate il sapore dei würstel, dovreste provare questa mia ricetta.


COSA OCCORRE

- Würstel
- Cipolla tritata fine
- Olio extravergine di oliva
- Vino bianco
- Polvere di curry
- Concentrato di pomodoro



PREPARIAMOLI

Prendiamo i würstel e li tagliamo a dischi non troppo spessi, ché più sottili sono, prima soffriggono, ma non fate della carta velina. Io uso il "Wüberone" di puro suino, una bella confezione risparmio da 7, ma "ogni würstel è bello a mamma sua".

Orbene, soffriggiamo, in un buon fondo d'olio, la cipolla in una padella capace di contenere agevolmente tutti gli ingredienti, dato che sovente andranno mossi con una spatola di legno per non farli attaccare. La cipolla io la prendo già tagliata nel banco surgelatore del supermercato.

Dopoché quest'ultima avrà emesso il suo crepitio per il tempo di un'avemaria, aggiungiamo i würstel ed amalgamiamo bene con la spatola facendoli impregnare d'olio.

Continuiamo a soffriggere ed aggiungiamo il curry. Quanto? Usate una confezione con i forellini da saliera, io ne metto abbastanza, anche 4 o 5 scosse. Adoro il curry.

Non appena i würstel appaiono rosolati, aggiungiamo un po' di vino bianco e coloriamo con un po' di concentrato di pomodoro. Più ne mettete, più rosso sarà, diciamo: non meno di un cucchiaio, ma potete anche essere di mano larga se vi piace. Usiamo la spatola per unire tutto.

Continuiamo a soffriggere con queste direttive: se vi pare che tutto sia troppo secco, aggiungete un po' di vino, o, nei casi più gravi, un po' d'olio. Se invece notate troppa umidità, continuate a soffriggere finchè non raggiungerete la "Sublime Untuosità dell'Essere".

Il segno che siete ormai pronti a togliere tutto dal fuoco è questo: i würstel, dapprima gonfiatisi, potranno mostrare delle crepe più o meno pronunciate. Da questo momento è solo questione di preferenze. Soltanto soffritti? Oppure quasi fritti? Tenete d'occhio l'olio, non lasciate che annerisca. Quando vi piacerà ciò che vedrete in padella, togliete dal fuoco e versate in una terrina tutto il composto, in modo che i würstell restino a bagno nel loro sughetto.

Il segreto è lasciare che siano sempre unti, ergo, ogni porzione che servirete, dovrà essere sempre presa dopo una voluttuosa rimestatina nel piatto di portata.

Il piatto è pronto!

La mia fidanzata, che è anche l'ispiratrice di questa mia ricetta, li mette sulla pizza margherita appena ritirata dalla gloriosa pizzeria che dista un tiro di schioppo da casa, ma io li ho messi anche su crostini, bruschette, una volta ci ho fatto pure le penne! È un contorno molto goloso, virile, adatto a chi fa del würstel una filosofia di vita. non ne abusate!

Un consiglio: usate del vino bianco economico, magari nella confezione di cartone, molto semplice da versare e da tappare, e siatene prodighi nell'utilizzo. Nella mia cucina il vino durante la cottura è quasi un obbligo, quindi preferite qualcosa che non vi faccia pensare che stiate versando il vostro sangue al suo posto.

Buon appetito!
Dopo il non far nulla io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L'appetito è per lo stomaco ciò che l'amore è per il cuore. Lo stomaco è il maestro di cappella che governa ed aziona la grande orchestra delle passioni. Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto in cui brontola il malcontento o guaisce l'invidia; al contrario lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia. Quanto all'amore, lo considero la prima donna per eccellenza, la diva che canta nel cervello cavatine di cui l'orecchio s'inebria ed il cuore viene rapito. Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d'una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo. (Rossini)